Speciali

Felice Azari

Secolo XX
Italia

L'Autore - Felice (Fedele) Azari, nato alla fine del secolo XIX, aderì giovane al movimento futurista al cui interno rappresentò la figura dell’iconoclasta teorico della flora futurista. Fu pittore e scultore e nel 1924 pubblicò questo suo Manifesto, come completamento del Primo Manifesto del Futurismo di F.T. Marinetti.

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NOTE: Il Primo Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti fu pubblicato in Francia nel 1909, sul Figaro. Il Movimento Futurista, che da quello nacque, ebbe larga eco in Italia e si espanse anche all’estero, dando fra l’altro luogo all’importante movimento del Futurismo Russo. Scaturiva dall’esigenza di proporre qualcosa di nuovo e di vitale nel campo di tutte le arti, da tempo decadute a vuote ripetizioni di schemi e di modelli ormai consunti da decenni di romanticismo e di romanticume. Tratti caratteristici della poetica futurista furono la rottura con il passato, la polemica contro l’accademismo, la celebrazione della civiltà meccanica e del suo dinamismo, l’ammirazione per ogni sorta di energia e di aggressività. Tra i principali aderenti al Movimento possiamo ricordare: Aldo Palazzeschi, Ardengo Soffici, Giovanni Papini (letteratura); Luigi Russolo (musica); Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Gino Severini, Fortunato Depéro, Giacomo Balla (arti figurative).
In occasione della redazione del manifesto La flora futurista, Azari ed altri costruirono alcuni esemplari di flora artificiale, coloratissimi e dotati di profumi sintetici. Ma poi quasi più nulla fu fatto, se si escludono alcune importanti opere di G. Balla (tra cui
Futurfiore, presentato nel 1926 alla Biennale di Venezia) e le ambientazioni ed i dipinti di F. Depéro.
“La natura futurista si scopre in figura di segno come nuova citazione al di là del previsto: costruita per essere altro da sé, a livello di oggetto, a livello di animale, a livello di stati d’animo.” (L. Danielli)

La flora futurista
ED EQUIVALENTI PLASTICI
DI ODORI ARTIFICIALI
Manifesto futurista



Basta coi fiori naturali.

Dobbiamo ormai constatare la decadenza della flora naturale che non risponde più al nostro gusto.

I fiori sono rimasti monotonamente immutabili attraverso i millenni della creazione a delizia dei multiformi romanticismi di tutte le epoche e come espressione del cattivo gusto nei più banali decorativismi.

Oggi, ad eccezione di alcune specie tropicali a grande sviluppo da noi poco conosciute, essi lasciano completamente indifferenti od arrivano anzi ad urtare la nostra sensibilità futurista dal punto di vista plastico e coloristico.

D’altra parte la letteratura e la pittura contemporanea non hanno ancora smesso di farne largo abuso con le più trite immagini e coi più stucchevoli soggetti.

Se noi analizziamo le ragioni della decadenza della flora dalla nostra estetica moderna, le possiamo così riassumere:

1.- Le più decantate attrattive dei fiori sono costituite da delicatezze di tinte, da sfumature di colori o da forme minuziosamente rabescate, mentre tali qualità sono opposte al nostro gusto moderno che si compiace di sintesi coloristiche e di stilizzazioni di forme.

2. - La velocità ha rimpicciolito per la nostra sensibilità visiva superfici e volumi, perciò i fiori ci appaiono piccole macchie di colore come i minuscoli quadretti, i bibelots ed i ninnoli che sono ormai scomparsi dai moderni salotti.

3. - Anche i cosiddetti soavi profumi dei fiori risultano insufficienti alle nostre nari che esigono sensazioni olfattive sempre più violente, tanto che i profumi estratti dai fiori e che d’altronde già venivano concentrati per renderli più intensi, sono oggi completamente soppiantati dagli inebbrianti profumi sintetici creati dall’industria.

4. - Infine i fiori in letteratura, in pittura o nella realtà della vita, sono stati usati ed abusati fino alla nausea come immagine, quadro o decorazione. Il nostro gusto invece è sempre alla ricerca di nuove forme mediante l’evoluzione della moda, dello stile, dell’arte in genere.

Possiamo dunque affermare che, come a certi stili convengono flore caratteristiche (ad esempio i lauri nel romanzo classico e nell’empire e le rose nelle decorazioni alla Watteau), così i fiori in genere rappresentano una stonatura nella nostra modernità meccanica e sintetizzata.

Creazione di una flora plastica futurista.

Stabilito ormai che i fiori fornitici dalla natura non ci interessano più, noi futuristi per rallegrare, vivificare e decorare i nostri quadri e i nostri ambienti abbiamo iniziato la creazione di una flora plastica

originalissima

assolutamente inventata

coloratissima

profumatissima

e soprattutto inesauribile per la infinita varietà degli esemplari.

Il pittore futurista Depero ha già dato esempio di tali flore fantastiche andando oltre la stilizzazione del fiore, dipingendo con la tecnica verista e costruendo plasticamente fiori inesistenti in natura.

Tuttora continuiamo a costruire plasticamente la nostra flora colorandola violentemente e profumandola coi più intensi profumi.

I fiori futuristi col dinamismo delle loro forme e la sintesi dei colori combinate nelle più originali trovate costituiscono una delle più interessanti affermazioni del futurismo nell’arte decorativa.

Equivalenti plastici di odori artificiali.

I profumi naturali hanno il proprio equivalente plastico nel fiore, tanto che la sua specie ed il profumo corrispondente si rievocano reciprocamente per l’associazione delle sensazioni visive ed olfattive.

Io affermo che, oltre a tale affinità associativa portata dall’abitudine alla simultaneità delle due sensazioni, esiste un legame di corrispondenza tra forma-colore e profumo come esiste fra musica e colore.

Per dimostrare questa corrispondenza, ho realizzato alcune interpretazioni plastiche e colorate dei profumi sintetici più in voga (Origan, Cypre, Contessa Azzurra, ecc.).

Ognuno degli inebbrianti profumi creati dalla moderna industria per le belle eleganti di Roma, Milano, Parigi, potrà avere un equivalente plastico floreale che lo interpreti.

Inoltre ho allargato il campo delle ricerche, costruendo interpretazioni plastico-coloristiche riuscite molto espressive di alcuni fra gli odori più caratteristici (benzina, acido fenico, cloroformio, ecc.).

I miei plastici sono costruiti con le materie più svariate (sete, velluti e stoffe colorate tese con fili metallici o incollate a cartoni, legno dipinto, celluloide, stagnola, ecc.).

Ogni artista potrà poi esprimersi in tale nuova forma coi mezzi più svariati.

Noi iniziamo quindi ad un nuovo campo di ricerche e di creazione artistica la moderna sensibilità futurista già educata alle più ardite e sottili esplorazioni dai concerti sinfonico-coloristici e dalla lettura delle tavole tattilistiche marinettiane.

Novembre 1924

F. AZARI, futurista


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