Speciali

Agatha Christie

Secolo XX
Gran Bretagna

L'Autore - Agatha Miller Christie Mallowan, nata Miller nel 1890, dapprima fu sposa ad un fedifrago aeropilota Archibald Christie di cui dopo il divorzio conservò il cognome per ragioni unicamente commerciali, poi sposa finalmente ad un archeologo Mallowan - questo pare fosse più fedele - che le fornì, portandola seco in varie spedizioni, gli spunti per alcuni memorabili romanzi (poi tradotti in film) ambientati in Egitto ed in Oriente.
Grandissima giallista, creò due famose figure di poliziotto dilettante che dopo quasi un secolo ancora hanno schiere di lettori appassionati: il lezioso ed insopportabile Hercule Poirot (sullo schermo interpretato dal grande Peter Ustinov), un belga anglonaturalizzato, famoso per gli impomatatissimi baffi a manubrio, per la testa d’uovo e per la mania dell’ordine e della simmetria; e la simpatica efficientissima vecchietta che risponde al nome di Miss Jane Marple, interpretata per il cinema prima da Margaret Rutherford e più tardi da Angela Lansbury. Miss Marple incarna il personaggio tipico dell’anziana signora inglese della media borghesia, tutta dedita al pettegolezzo, ai lavori a maglia ed al giardino. Oltre, beninteso, alla passione per lo smascheramento degli autori dei più efferati delitti che, guarda caso, non mancano mai sul suo percorso, sia che si rechi in vacanza ai Caraibi, sia che resti nel suo ambiente provinciale di St. Mary Mead, sia che si trovi ospite di facoltosi e nobili castellani.
Altre opere: tra le circa cento storie delittuose confezionate da Agatha, molte delle quali notissime anche nelle versioni teatrali e cinematografiche, famosissime sono “Dieci piccoli indiani”, “Assassinio sull’Orient Express”, “Poirot sul Nilo”, “Perché non l’hanno chiesto ad Evans?”, “Poirot e la salma”, “Il terrore viene per posta”, “Dalle nove alle dieci”, “Tre topi grigi” la cui riduzione teatrale (“Trappola per topi”, The Mousetrap), ad opera della stessa Christie nel 1953, tenne cartello per anni ed anni nel West End Londinese senza interruzione. Eccetera eccetera eccetera eccetera...


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AVEVAMO ANCHE LA SERRA

Per una complicata serie di appuntamenti e di disposizioni testamentarie ricevute da un amico morto, Miss Marple si trova a partecipare ad una gita attraverso il Regno Unito, della durata prevista di due o tre settimane, per visitare residenze storiche e alcuni dei più famosi giardini del paese. Nel corso del viaggio viene ospitata da tre anziane sorelle - Anthea, Clotilde e Lavinia - la cui antica dimora ed il giardino, un tempo fiorenti e ben tenuti, sono ora molto trascurati. La colpa è delle ristrettezze economiche e dei nuovi tempi conseguenti alla seconda guerra mondiale.

— Una gran bella casa - commentò Miss Marple. — Vostra sorella mi ha detto che è stata costruita nel 1780.
— Sì. A volte, però, preferirei che fosse più piccola.
— Le manutenzioni al giorno d'oggi costano care - disse Miss Marple.
— Ah, avete ragione - convenne Clotilde con un sospiro.—Infatti ci siamo viste costrette a trascurarla. E' triste, ma è così. Il giardino, per esempio, e la serra. Avevamo una serra molto grande e molto bella.
— Dentro cresceva persino dell'uva moscata - disse Anthea - e l'eliotropio (1). Sì, mi dispiace molto per la serra. Purtroppo durante la guerra non è stato possibile far venire dei giardinieri. Ne avevamo trovato uno molto giovane, ma poi ha dovuto arruolarsi. Così ci siamo trovate nell'impossibilità di badare alla serra e adesso è praticamente in rovina.
— E' un gran peccato - disse Clotilde.
Le due sorelle tirarono un gran sospiro, come chi si accorge che il tempo passa e che la situazione va sempre peggiorando.
In quella casa regnava un'atmosfera tremendamente triste. L'aria era impregnata di una malinconia penetrata troppo profondamente perché la si potesse rimuovere. Miss Marple rabbrividì.
[...]
Dopo pranzo fece un giro in giardino. Fu Anthea ad accompagnarla. C'erano cespugli vari, delle piante di alloro, un orto troppo grande per le necessità delle tre sorelle, in gran parte invaso dalle erbacce. Anche nelle aiuole le erbacce avevano preso il sopravvento. Per Miss Marple non era facile resistere alla tentazione di strapparle.
I capelli lunghi di Anthea svolazzavano, mossi dal vento. Di tanto in tanto perdeva una forcina sul sentiero o sul prato. Aveva uno strano modo di parlare, a scatti.
— Immagino che voi abbiate un bel giardino - disse.
— Il mio è molto piccolo - rispose Miss Marple.
Erano arrivate in fondo a un sentiero. Di fronte c'era una specie di rialzo.
— Quella era la serra - le spiegò Anthea.
— Dove cresceva l'uva moscatella - aggiunse Miss Marple.
— C'erano tre viti - riprese Anthea. — Oltre al moscato c'era un'uva nera e un'altra bianca con gli acini piccolissimi e dolci.
— E un eliotropio, mi avete detto.
— Sì, è vero.
— L'eliotropio ha un profumo delizioso. In tempo di guerra è caduta qualche bomba? È per questo che la serra è andata distrutta?
— No, di bombe non ne sono cadute. La serra è in questo stato perché l'abbiamo trascurata. Ci sono mancati i mezzi per ripararla o per farla ricostruire. Comunque, non ne vale la pena, perché in ogni caso non potremmo mantenerla in ordine. Adesso non la si vede neppure: è coperta da tutti quei rampicanti.
— Come si chiamano quelle piante? (2)
— Sono molto comuni, ma non mi viene in mente il nome. Se non sbaglio comincia per P.
— Già, è la passiflora - disse Miss Marple. — Cresce molto in fretta. È l'ideale se si deve nascondere un muro in cattivo stato.
II rialzo era letteralmente sepolto sotto le foglie e i fiori. La passiflora soffocava ogni altra pianta, fino a restare completamente sola.
— La serra doveva essere enorme - disse Miss Marple.
— Sì. C'erano anche le pesche nettarine e quelle solite. - Anthea aveva l'aria infelice.
— È grazioso anche adesso - disse Miss Marple per consolarla. — I fiori hanno un colore molto delicato.
— A sinistra del sentiero, prima c'era una grande magnolia - riprese Anthea - e laggiù un'aiuola piena di fiori. Ma ormai è tutto finito, tutto cambiato.
Detto questo, Anthea imboccò un sentiero laterale e accelerò il passo. Miss Marple ebbe l'impressione che la stesse deliberatamente allontanando dalla serra. Forse Anthea si vergognava che non fosse rimasto nulla dell'antico splendore. La passiflora si propagava con invadenza eccessiva, e nessuno si era curato di ridurne le dimensioni. Quella parte del giardino aveva un aspetto selvaggio.
Mentre seguiva Anthea, Miss Marple aveva l'impressione che fuggisse. A un certo punto una specie di porcile abbandonato attrasse la sua attenzione. Era completamente circondato da tralicci coperti di rose.
— Il mio prozio allevava dei maiali - le spiegò Anthea - ma naturalmente noi non ci sogniamo neanche di farlo. Sono bestie troppo puzzolenti. Abbiamo piantato un po' di rose per nascondere la bruttura. Le rose sono sempre la soluzione migliore.
— Sono d'accordo con voi - mormorò Miss Marple, citando alcuni nomi di rose famose. Ma Anthea non doveva conoscerle.
— Fate spesso di questi viaggi?
La domanda le giunse inaspettata.
— Alludete al giro delle ville e dei giardini?
— Sì. Alcuni lo fanno ogni anno.
— Io non me lo potrei permettere. Sono piuttosto costosi, sapete. Questo me l'ha regalato un amico per il mio compleanno. E' stato molto gentile.


NOTE:

(1) - Heliotropium arborescens, conosciuto un tempo col nome di Vainiglia o Vainiglione, è una pianta di origine peruviana. In passato molto coltivati, gli Eliotropi oggi “resistono soltanto in qualche cottage inglese o in qualche cascinale sperduto dell’Austria o della Germania, dove si coltivano per tradizione, tramandati di padre in figlio” (I. Pizzetti). La pianta è piuttosto modesta, e non eccessivamente colorata, e deve essere coltivata solamente per il il suo profumo. Adatta al vaso più che all’aiuola.

(2) - La domanda che Miss Marple fa ad Anthea è un piccolo trabocchetto per appurare se questa, nonostante il conclamato interesse per la serra e per il futuro del giardino, abbia almeno il più piccolo rudimento di informazione riguardo alle piante e al giardinaggio.

Da: Agatha Christie - MISS MARPLE: NEMESI - (Titolo orig.: Nemesis) - (capitoli 8 - 9) - 1971 (Prima ediz. italiana I Gialli Mondadori, 1972) Trad. di Diana Fonticoli.

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