Mathilde Wesendonck
Secolo XIX
Svizzera
L'Autore - Mathilde Wesendonck (Agnes
Wesendonk, nata Luckemeyer).
Poetessa tedesca nata adElberfeld, 23.12.1828, e morta a
Traunblick, presso Altmunster, il 31.8.1902).
Moglie di Otto Wesendonk dal 1848, risiedette con lui in Svizzera
presso Zurigo.
Il marito, ricco commerciante di Zurigo, fu mecenate ed ospite
munifico di Riccardo Wagner. Mathilde fu da questi amata e lo
ricambiò. Per lui scrisse una serie di 5 liriche che divennero poi
un ciclo compiuto di 5 lieder wagneriani da considerarsi come un
vero e proprio studio preparatorio per il Tristano e Isotta.
DA CINQUE LIRICHE PER VOCE FEMMINILE (Wesendonck Lieder)
1857. Anno fatale. Nella quiete di Zurigo, Wagner sospende
lavventura della Tetralogia per solcare i mari di
Cornovaglia con Mathilde-Isotta, sua trasfigurata e trasfigurante
eroina. Per affrontare la tematica ardita dellamore che si fa
eros, della passione che oltrepassa i propri limiti. I
Wesendonck-Lieder sono un ciclo compiuto, ma è più
suggestivo leggerli come un meraviglioso incunabolo di Tristan
und Isolde.
[...]
Autrice dei versi, nonché musa ispiratrice, del ciclo come di
Tristan und Isolde, fu Mathilde Wesendonck, moglie del
commerciante Otto, ospite munifico di Wagner in una sua proprietà
fuori Zurigo. La passione per Mathilde - segreta, seppure
generosamente documentata - ebbe riflessi sullattività
artistica e letteraria del musicista. Rendendo ad esempio [...]
inevitabile limmersione nella dimensione amorosa estremista
svelata in questi canti e fatta divampare tragicamente nella
vicenda di Tristano e Isotta.
Due di questi lieder [...] dichiarano le parentele con lopera
ventura. Chiamati entrambi dallautore Studi per
Tristan und Isolde, si rifanno direttamente al gran
duetto damore del secondo atto (Träume) e al
Preludio del terzo (Im Treibhaus).
[...]
Già la qualità dei testi, pur non potendo essere considerata di per
sé straordinaria, colpisce per la proprietà delle soluzioni
linguistiche e per la pertinenza del clima poetico-amoroso. In
felice fusione di slanci venati da ombre schopenhaueriane
(limmagine del vuoto abbaglio del giorno in
Im Treibhaus) e dellapoteosi della Minne,
lamor cortese dei Minnesänger medievali celebrato da
Wagner come il simbolo della passione totale e delirante,
intellettuale e carnale, dolorosamente divampante ed eterna.
Angelo Foletto
Perché questo titolo e perché lambientazione
Nella Serra? Perché questa in cui le piante
stanno è una natura artificiale, sono fuori del loro
ambiente naturale. Così pure la protagonista. Oltre ad
essere nata tedesca, Mathilde sente fortissima la passione per
Wagner, passione che la fa sentire “spaesata” nel
matrimonio attuale. Per questo volgendosi alle piante della serra,
nella quarta strofa dice loro “questa non è la nostra
patria”.
Assistiamo in questa lirica ad un immedesimarsi, sentimentale ma
anche quasi fisico, dell’autrice con le piante che la
circondano, fino a vedere, sul margine delle loro foglie, le gocce
di rugiada divenire lacrime di pianto.
Lirica n°4
NELLA SERRA
(Studio per Tristano e Isotta) |
IM TREIBHAUS
(Studie zu Tristan und
Isolde) |
Sommi archi di corone frondose
baldacchini di smeraldo
creature di terre remote,
ditemi, perché sospirate? |
Hochgewölbte Blätterkronen,
Baldachine von Smaragd,
Kinder ihr aus fernen Zonen,
Saget mir, warum ihr klagt? |
Piegate silenti i vostri rami,
tracciate segni nellaria,
e muta testimone della sofferenza
si leva una dolce fragranza. |
Schweigend neiget ihr die Zweige,
Malet Zeichen in die Luft,
Und der Leiden stummer Zeuge,
Steiget aufwärts süßer Duft. |
Protese nella brama struggente
allargate le vostre braccia,
e nellillusione irretite, stringete
il vuoto orrore della desolazione. |
Weit in sehnendem Verlangen
Breitet ihr die Arme aus,
Und umschlinget wahnbefangen
Öde Leere nichtgen Graus. |
Ben lo so, povere piante,
dividiamo un unico destino;
sebbene irradiata di luce e fulgore,
questa non è la nostra patria! |
Wohl, ich weiß es, arme Pflänze:
Ein Geschicke teilen wir,
Ob umstrahlt von Licht und Glanze,
Unsre Heimat ist nicht hier! |
E come il sole si disgiunge lietamente
dal vuoto abbaglio del giorno,
colui che tanto soffre
si avvolge nelloscuro manto del silenzio. |
Und wie froh die Sonne scheidet
Von des Tages leerem Schein,
Hüllet der, der wahrhaft leidet,
Sich in Schweigens Dunkel ein. |
Tutto si cheta, un fruscio inquieto
empie lo spazio immerso nelloscurità;
scorgo grevi gocce sospese
al verde margine delle foglie. |
Stille wirds, ein säuselnd Weben
Füllet bang den dunklen Raum:
Schwere Tropfen sehich schweben
An der Blätter grünem Saum. |
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