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Annaffiature in terrazzo e in appartamento


Parole chiave: annaffiatura; terrazzo; appartamento; acqua


Domanda: Ho solamente un terrazzo, abbastanza grande, niente giardino. L'acqua del mio paese è molto dura e molte piante vedo chiaramente che soffrono. Come devo fare per avere un'acqua più adatta alle mie piante? Nel condominio la prossima settimana discuteremo se mettere o non mettere un impianto di addolcimento dell'acqua a resine scambiatrici. Potrebbe essere una soluzione?
Già che ci sei, dimmi anche se è meglio annaffiare da sopra o da sotto.
Michele R. - Alife (CE)


Risposta: La maggior parte dei problemi che si presentano all'annaffiatura dei vasi del proprio terrazzo sono connessi al tipo ed alla temperatura dell'acqua stessa: le acque dei nostri acquedotti sono spesso ricche di cloro e di calcare e vengono erogate ad una temperatura media di 16/18°C.

  • Il cloro viene immesso nelle condutture dalle aziende distributrici per disinfettarle e distruggere eventuali germi, dannosi per la nostra salute. Lo si riconosce dal caratteristico odore di candeggina; lo stesso che si sente, ma molto più potente, nelle acque delle piscine. Purtroppo, pur non essendo direttamente nocivo alle piante nella concentrazione che si trova nelle condutture, il cloro ha un'azione deleteria nei confronti della qualità del terreno dei nostri vasi. La stessa azione sterilizzatrice che esplica nei confronti di germi patogeni per l'uomo, la rivolge anche verso quei microrganismi che devono essere presenti nel terreno onde convertire in humus le sostanze organiche che vi si trovano.
  • Il calcare è una caratteristica chimica propria del tipo di acqua, che può essere più o meno "dura" o "dolce", e dipende dal luogo e dalla sorgente di origine. In moderate quantità è generalmente indispensabile alle nostre piante, tranne alcuni casi di piante esclusivamente acidofile, come p. es. le azalee e i rododendri, o le piante cosiddette carnivore, ecc. Se però, come spesso capita, l'acqua dell'acquedotto è troppo dura il calcare diviene un vero problema. Tra gli altri inconvenienti presenta, accumulandosi nel terriccio dei vasi, quello di ostruire i pori radicali e di ostacolare l'assorbimento di sostanze come il ferro, essenziali alla vegetazione.
  • La temperatura è molto importante, in quanto le radichette delle piante sono delicate e risentono negativamente di sbalzi improvvisi di temperatura. Teoricamente, se si usa acqua attinta direttamente dal rubinetto, erogata ad una temperatura media di 16/18°C, si potrebbe annaffiare solamente quando la temperatura dei vasi sta tra i 14 e i 22°C. Allora come possiamo fare?
Innanzitutto ricordiamo che le acque filtrate attraverso depuratori domestici o condominiali sono troppo povere in sali minerali e non devono essere assolutamente usate per annaffiatura. Io le sconsiglierei anche per l'uso umano. Se poi tu volessi usare acque in bottiglia - intendo per quelle piccole piantine da appartamento, come la Ceropegia woodii o la Saintpaulia, che ne richiedono modeste quantità - sarebbe bene usare acque non oligominerali, che però ben raramente si trovano nei supermercati.
Io la cosa la risolvo così, in maniera un pochino macchinosa, ma economica e naturale: tengo in terrazzo 4 o 5 annaffiatoi da 12 litri sempre pieni di acqua. Attingo quella che mi serve giorno per giorno, prima dall'annaffiatoio n°1, poi dal n°2 e così via. Finito che ho di irrigare, travaso negli annaffiatoi vuotati l'acqua di quelli ancora pieni, e riempio questi ultimi direttamente dal rubinetto. In questa maniera l'acqua resta all'aria aperta almeno 24 ore prima di essere utilizzata e subisce almeno un travaso, come si faceva una volta col vino. Il cloro ha così la possibilità di evaporare quasi completamente ed intanto il calcare si decanta nel fondo. Aggiungi a ciò il vantaggio che la temperatura dell'acqua di utilizzo è quella dell'ambiente, evitando così lo choc termico che le radici potrebbero patire usando acqua di acquedotto nelle ore più calde della giornata.
Se seguirai questo metodo (meno complicato di quanto appaia detto a parole) ti accorgerai che nel fondo degli annaffiatoi (specialmente dei nn.i 3 e 4) si vanno accumulando depositi di calcare. Abbi cura di sciacquarli via ed eliminarli almeno una volta al mese

Un'altra domanda che spesso mi si pone, riguardo all'annaffiamento manuale è la seguente: annaffiare da sopra o da sotto? e quanto annaffiare? Io annaffio prevalentemente dal basso, cioè riempiendo il sottovaso e lasciando che l'acqua, per capillarità, salga lentamente su per il terriccio.
Ma occorre fare attenzione che la quantità d'acqua sia tale che possa essere assorbita completamente in circa un'ora. Evita assolutamente che l'acqua ristagni nel sottovaso!!!!
Anche in un vasetto di pochi cm. c'è un prezioso equilibrio eco-biologico, che si instaura con lunghi tempi di maturazione. So benissimo che il fornire acqua dal sottovaso favorisce l'allungarsi delle radici in basso, e la conseguente loro fuoriuscita dal foro di scolo, ma reputo che sia meglio questo che non l'avere le radici perennemente esposte all'aria, e l'equilibrio biologico ed enzimatico del terreno costantemente disturbato e massacrato dai getti dell'acqua fornita da sopra.
E quanto annaffiare? Per questo il discorso è complicato: ogni pianta ha esigenze diverse. Se mi fai sapere quali piante tieni in terrazzo, posso essere più specifico.

Larkie



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