Parole chiave: parassiti; Operophtera; Nyssia; bruco
geometra.
Mi alzo questa mattina e trovo che le foglie della Saintpaulia
ionantha (La Violetta africana o Violetta del Capo. Mica che sia la mia
pianta preferita, ma me la regalò Jolanda Rimondini quando la invitai a
pranzo per il suo 87¡ compleanno e ci sono affezionato) sono state
masticate in maniera disgustosa da qualche alieno. Anche ciò che resta
delle primule della Giovanediva, reduci da una gloriosa stagione di
fioritura, ha subito lo stesso assalto. Nel primo istante avevo pensato
subito al terribile Oziorrinco, poi mi sono messo a cercare con cura e,
seguendo le tracce degli escrementi, alla lunga e faticosamente li ho
trovati. Si chiamano volgarmente "bruchi geometri". E sono dei famelici
divoratori di foglioline giovanette. Ne avevo già schiacciati altri tre
ancora piccolissimi, nei giorni scorsi, che avevano fatto fuori il 30% del
fogliame della mia menta selvatica (da anni l'aroma preferito per i miei
aperitivi) e del basilico, e anche una buona parte del piccolo Ficus
benjamina che sto educando intrecciandone ramo a ramo.
Li riconoscete subito, da come camminano. Contrariamente a tutti gli altri
bruchi, nei tre centimetri del loro corpo, verde grasso glabro gelatinoso,
hanno solo un paio di zampette vicine alla testa, ed un altro unico paio
vicino alla coda. Così per muoversi sono costretti ad avvicinare il primo
paio all'ultimo (inarcano la schiena assumendo una caratteristica forma ad
omega) quindi a ridistendersi in avanti e così via. Nel loro percorso
sembra che misurino a spanne il terreno: perciò si chiamano bruchi
geometri. E c'è da augurarsi che continuino a muoversi, perchè appena si
fermano, con le loro forti mandibole producono danni incalcolabili a
qualsiasi pianta.
Sono le larve di una farfalla notturna: Operophtera brumosa. O forse
di un'altra cuginetta, che si chiama Nyssia florentina. Non ne sono
sicuro; il fatto è che comunque mangiano, e mangiano tutto quanto di verde
capita sotto le loro mandibole. Quelli di stamattina mi hanno fatto perdere
almeno un quarto d'ora, mimetizzati come erano sotto due foglie della
primula; ed anche quando li ho messi allo scoperto, pur sapendo che erano
lì per via delle cacche che avevano lasciato, verdi su verde non riuscivo a
vederli! Dunque, se per caso a qualcuno capita di trovare le foglioline più
teneramente deliziose delle sue piante da balcone traforate come un
merletto, ora sa chi può essere il colpevole. E sappia anche che si deve
mettere subito alla caccia dei criminali, e schiacciarli senza pietà.
Prima ancora di chiedersi se appartengano al genere Operophthera o
al genere Nyssia. Che questo è, ora, il dubbio che mi tormenta...