Si può evitare il linguaggio tecnico? (1-7-2000)
Parole chiave: Glossario
Caro Larkie
[...] anche tu come tutti gli esperti (forse anch'io nel mio lavoro
commetterò lo stesso errore..sigh!) usi termini ed espressioni che
ad un povero ignorante come me non sempre chiariscono le idee; un esempio
banale: nonostante i tuoi consigli e le letture, mica ho capito come,
quando, dove , come e se si potano le mie rose rampicanti (credo
rifiorenti, ma chi lo sa?) che il venditore ha chiamato Crimson Gold!
Per non parlare del fatto che non ho la minima idea del perchè i
miei gerani edera vadano bene senza che io li abbia mai potati, mentre i
sedicenti esperti continuano a dire che è necessario farlo; e sempre
a proposito di gerani, perchè nessuno è in grado di dire o di
scrivere che differenza c'è (se c'è) tra i gerani edera e i
parigini?
Giuseppe P. - Cagliari
Calmo, calmo, calmo, carissimo Giuseppe, andiamo per
gradi.
Anzi per gradini, visto che il discorso si fa difficile assai... ;@))
Tu come medico sai benissimo quanto sia difficile parlare di ischemia
senza usare quella "difficile" parola; si dovrebbe fare ricorso a
lunghe perifrasi complicate che poi alla fine, ripetute più e
più volte, renderebbero il discorso clinico pressoché
incomprensibile.
Quindi ad un certo punto si tende a dare per scontata la comprensione di
alcune terminologie o l'applicazione di alcune tecniche che si ritiene
possano ormai essere di dominio generalizzato.
D'altro canto abbiamo, mia moglie ed io, avuto pochissimi giorni fa
l'occasione di passare una giornata al mare con nostri carissimi amici, lui
devastantemente infartuato lo scorso anno e letteralmente strappato all'Ade
per i capelli dopo un coma di 17 giorni. Orbene Paola, nel rinarrare
l'odissea che li ha travagliati, ha usato quasi sempre un linguaggio
talmente tecnico e professionale (parti anatomiche, malattie, medicamenti,
terapie ecc.) che a tratti (e ti assicuro che non mi manca il vocabolario)
ho davvero fatto molta fatica a seguirla.
Che cosa significa questo? Significa che quando si entra davvero nello
specifico di un'arte o di una scienza non si possono fare giri di parole,
ma si è costretti ad usare le parole di quell'arte o di
quella scienza: pena il non arrivare mai in fondo al discorso per mancanza
dei termini adatti. E significa anche che chi vi si trova in mezzo quei
termini li deve apprendere e imparare a capire.
Un mio amico ha scritto un libro - L. Valdré, Medicina Muta, Rusconi
1995 £. 29.000 - (ehehehe, sempre su voi medici va a finire il discorso...)
in cui da epistemologo critica certi responsi criptici sbattuti in faccia
ai poveri malati.
Ed ha anche ragione per lo più, ma io gli ho contestato alcune delle
sue tesi, proprio per le ragioni di cui sopra.
D'altra parte, da dove potrei io cominciare a "spiegare"? Dai pistilli
e dagli stami, o dai petali e dalle radici, o
dalle foglie pennatosette, o piuttosto da margotta,
propaggine, capitozzatura?
Pellegrino Artusi usa da gastronomo parole il cui significato non è
innato nella nostra mente, ma dà per scontato che la massaia che lo
legge sappia fare un soffritto, conosca le barbe di frate,
distingua uno spianatoio da un vaglio.
E tu, come puoi sapere di quali delle seguenti espressioni il tuo paziente
conosce il significato: ventricolo, aorta, safena,
by-pass, edema, intubazione, nevrosi,
miocardio, ecc.?
Quello stesso paziente che poi, perplesso per l'incomprensibilità
della medicina ufficiale, spesso va ad affidarsi a medicine "alternative"
nelle quali si usano termini -nota, nota!- come prana, aura,
omeopatia, ajurvedico, e piacevolezze simili. E quelle le
capisce...
Quindi io ritengo che ognuno dovrebbe da sé cercare di documentarsi
e sforzarsi di capire i termini della materia che lo interessa.
C'è chi sostiene che (scusami ma sempre di medicina parlo) tra
scienza e paziente si formino "due mondi e due linguaggi diversi, che forse
possono comporsi in sintesi solo nel medico di famiglia" (op. cit.)
Bene, mi hai fatto venire una grande idea, caro Giuseppe! Facciamo che io
sia il "medico di famiglia" degli appassionati di giardino? Ci sto!
Lancerò sul sito e tramite la newsletter la creazione di un
GLOSSARIO ad uso di chi vuole conoscere i significati delle varie tecniche
e delle varie parole. Ma lo costruirò solo SU RICHIESTA.
In poche parole: ogni volta che uno di voi, amici, ha curiosità di
chiarirsi un termine, me lo scriva, ed io preparerò una breve
spiegazione che sarà conservata nell'Archivio sotto la voce
GLOSSARIO. E questo andrà ingrossandosi poco per volta, seguendo le
vostre richieste.
Può andare bene? Che ne dici? Fine di un discorso troppo
difficile... :@))
Larkie
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