Ultimissime sulla Metcalfa (15-6-2000)
Parole chiave: Parassiti; Metcalfa pruinosa; Neodryinus
typlocybae; Lotta biologica;
Sono un po' di anni che siamo invasi da un nuovo tipo di
afidi bianchi (cominciano coi primi caldi e poi diventano delle piccole
farfallline) penso Lei li conosca benissimo, sono ormai in tutti i
giardini, mi dicono li abbiano per errore importati dall'America e nessuno,
neppure gli "addetti ai lavori", sembra abbia trovato un rimedio; me ne
hanno suggerito tanti, li ho provati con nessun risultato positivo. Inoltre
a differenza degli altri afidi questi invadono tutti i tipi di piante e
volano molto in alto, riempiendo di uova e miele anche gli alberi: un vero
disastro.
Forse che lei conosce qualche rimedio?
Grazie e mille cordialità
Lelle C. - Bologna
Cara Lelle, diamoci del tu... ;@)
Benvenuta nel mondo dei toccati dalla Metcalfa pruinosa!!
E' questo un insetto Omottero della famiglia dei Flatidi originario del
Nord America, segnalato per la prima volta in Veneto (anche la Tingide del
Platano fu scoperta nel '64 a Padova: chissà come mai) nel 1979. E'
un parassita polifago, nel senso che, giunto qui dal Sudamerica, trova
appetitoso tutto ciò che le si offre, e si attacca quindi ad un
numero sterminato di specie vegetali: erbacee, arboree, spontanee, orticole
da frutto ed ornamentali. La tua descrizione lo ritrae con sufficiente
esattezza.
Da noi la presenza di questo insetto si riscontra sulla vegetazione
generalmente dalla metà di maggio fino ad autunno avanzato.
La schiusa delle uova (che svernano sotto le cortecce e nelle pliche di
alcuni fogliami) si protrae per oltre un mese tra maggio e giugno, gli
stadi giovanili dell'insetto sono biancastri; appena sgusciate dall'uovo le
neanidi si nutrono di linfa insediandosi sui germogli giovani o sulla
pagina inferiore delle foglie, dove producono abbondante cera biancastra
-simile a quella della cocciniglia cotonosa, ma più diffusa- e
melata. I danni consistono nel deperimento fisico ed estetico delle piante
e nel fatto che la melata, oltre a sporcare tutto ciò che sta sotto
la pianta, compresi tavolini, automobili, abiti e poltrone, favorisce
l'instaurarsi delle dannosissime fumaggini sulle foglie.
Coi primissimi freddi tutta la popolazione muore, ma non prima di avere
seminato uova un po' dappertutto.
La lotta chimica ha dato risultati scarsissimi, per le difese offerte dalla
protezione cerosa e per il lungo periodo di schiusa delle uova, oltre ad
avere rapidamente prodotto generazioni resistenti. Quindi assolutamente
non lasciarti tentare da chiunque ti proponga prodotti
"infallibili": evita di usarli, che tanto non servono a nulla.
Fino ad oggi i migliori risultati, sulle piante infestate da insetti e da
melata, si ottenevano lavando spesso (settimanalmente) tra maggio e giugno
foglie e rami con energici getti d'acqua, in modo da eliminare tutti i nidi
biancastri visibili ad occhio. Metodo scomodo e faticoso, ma tutto sommato
efficace per un buon contenimento delle colonie.
Da qualche tempo so che si è finalmente riusciti ad importare ed a
naturalizzare quello che, nell'ambiente di origine, è considerato il
vero nemico naturale della Metcalfa: il parassitoide predatore
Neodryinus typhlocybae. Un insettino lungo poco più di 3 mm
per mezzo del quale si potrà finalmente combattere una vera lotta
contro questo flagello degli ultimi anni. Pare che i risultati siano
più che buoni.
Superfluo sottolineare che la liberazione del benefico e vorace Neodryinus
esclude l'uso di qualsiasi insetticida chimico...
Per ciò che riguarda le possibilità di procurarsi il N. t.,
le cose stanno così: la liberazione del parassitoide deve essere
fatta in tempi lunghi e da personale specializzato, quindi con notevoli
costi che il privato del piccolo giardino non è in grado di
sostenere (una "liberazione" viene a costare dai 2 ai 4 milioni). L'unica
organizzazione che in Italia sia in grado di occuparsi di questo è
il laboratorio dell'Università di Bologna, BIOPLANET, che ha sede a
Cesena. In accordo con molte Regioni, Provincie e Comuni hanno in atto
estese azioni di lancio del Neodryinus. Ma non tutte le
Amministrazioni hanno aderito poiché non si sono ancora rese conto
dell'entità del flagello e della necessità di investire in
lotta biologica!
Quindi questo é il mio appello, per il bene di tutti: mettiti
subito in contatto telefonico con gli Assessorati all'Agricoltura sia della
tua Provincia, che del Comune e della Regione, fai fare la stessa cosa
ad amici e conoscenti, e ripeti alla nausea l'invito a contattare
urgentemente il
BIOPLANET
Pieve Sestina di Cesena /FO/
Telefono: 0547 632212
per mettere in atto, ove già non lo avessero fatto, un piano
efficiente di lotta.
Se poi avessi tu voglia di saperne di più, notizie di prima mano,
puoi mandare una mail al dr. Sala:
andrea.sala@bioplanet.it
che saprà darti tutte le informazioni possibili.
Ciao!
Larkie
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