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Tutto su come fare un prato (7-9-2000)


Parole chiave: Prato; Semina; Irrigazione; Ophiopogon; Diserbo; Infestanti


Domanda: Chiedo scusa, sapreste dirmi:
  1. il periodo migliore per seminare un prato;
  2. le precauzioni da prendere per non avere problemi di erbacce;
  3. se bisogna seminare con un terreno in particolare come ad esempio il terriccio universale.
  4. quanti minuti deve durare l'irrigazione?
Ringrazio anticipatamente per la Vostra cortese attenzione. Berry - località sconosciuta

Risposta:Caro/a Berry,
chi sa mai se sto parlando con una fanciulla o un maschietto? Mica che cambi di molto la risposta, ma giusto per sapere... ;@)
Ecco le tue risposte:

  1. Il periodo migliore per seminare
    Per la semina di un prato di graminacee in genere il periodo migliore è l'autunno, fino a metà ottobre, dall'arrivo delle prime piogge in poi e quando le formiche ormai se ne sono andate a letto, così che i semi possano germinare indisturbati senza bisogno di eccessive irrigazioni e senza che le suddette formiche facciano razzia dei semini per portarseli in dispensa. Ma qualche annaffiatura, a pioggia fine, dovrai farla se si presentasse un minimo di siccità.
    Se l’inverno si preannunciasse freddo, e se ci si trova già avanti con la stagione, c’è però il pericolo che una gelata, facendo gonfiare il terreno, metta allo scoperto le delicate radichette, con grave pregiudizio per la riuscita futura del prato.
    Sappi allora che si può comunque seminare tranquillamente anche in primavera. Se tu mi avessi detto dove abiti ti avrei dato un limite massimo di tempo. Comunque tieni presente che qui da me in Romagna si può fare senza problemi dai primi di marzo fino alla fine di aprile, ma avendo cura di annaffiare con regolarità e di tenere il terreno sempre moderatamente umido. Due o tre giorni di sole forte a terreno secco possono far morire i germogli ancora teneri e fornirti un bel prato a chiazze. Nel qual caso, come dice il poeta, sono cose acide; ti troveresti infatti a dovere riseminarne una parte in epoca ormai avanzata, e soprattutto col terreno ormai compattato.

  2. Le precauzioni per non avere problemi di erbacce
    E qui ti voglio... Se si fosse già trovato il sistema sicuro il mondo sarebbe tutt'un prato verde libero da erbe infestanti (evitiamo di chiamarle “erbacce”, se possibile)!
    Facciamo due ipotesi:

    1. Prato di graminacee, loietto, festuca ecc.
      Quelle a foglia lunga e stretta, tanto per intenderci, che necessitano di sfalci periodici frequenti.
      Si può procedere preventivamente con un diserbo manuale, seguito da un lieve trattamento chimico dopo avere fresato il terreno.
      Quindi la semina ecc. Con queste piante, anche a prato già nato, si possono poi in seguito operare dei diserbi chimici (ma meglio mai esagerare, vero? Solo in casi di assoluta necessità...) con prodotti selettivi che risparmiano il prato eliminando le indesiderate.

    2. Prato di erbe a foglia larga o rotonda
      Come p.es. la Dichondra repens, che non richiede di essere mai tagliata.
      In questo caso occorre sapere che, a prato fatto, non è più possibile operare diserbi se non manuali, estirpando cioè Piantaggine, Dente di leone, Achilléa ecc. con le mani, aiutati da guanti ed attrezzi speciali, stando in ginocchio per terra.
      Per ciò, prima della semina, sarà bene effettuare un primo diserbo almeno 15 gg prima di lavorare il terreno. Poi si effettua il dissodamento e si diserba nuovamente. Dopo altri 15 giorni si può fresare il terreno, seminare, rullarlo ed annaffiare.
      Ma attenzione che se i giardini o i campi dei vicini sono infestati da erbe indesiderate prima o poi (ma più prima che poi) qualche seme arriverà anche da te, e dovrai sempre attentamente sorvegliare le germinazioni, per strappare ogni infestante a mano, prima che metta tante radici da non potere più essere estratta senza l'aiuto di un vanghetto... Qualora poi tu ti trovassi ad essere infestata irrimediabilmente, dovresti cominciare a falciare con la frequenza di circa una volta per settimana, all’altezza di circa 5 cm in modo da indebolire e far recedere le ospiti non gradite. Piantaggine e Carlina (un cardo), che sono bassissime, andranno comunque estirpate manualmente

  3. Quale terreno è preferibile?
    Diciamo che in genere ogni terreno è buono... Salvo casi estremi di sabbia pura o di pura argilla, di terreni impregnati di acqua e senza drenaggio, o di terreni critici situati sotto la copertura di aghifoglie come Pinus pinea, Cedrus deodara, Cedrus atlantica, ecc. (In questi casi più che modificare radicalmente il terreno è meglio fare ricorso ad erbaggi speciali che si adattino a quelle condizioni estreme).
    Comunque è sempre opportuno, al momento di lavorare il terreno (ma dopo i 15 gg di carenza del diserbante), mescolarvi in profondità (almeno 30 cm.) delle buone quantità di torba o di terreno di foglie, di letame ben maturo, di cornunghia e cuoio torrefatto, di terriccio di lombrico completo di lombrico vivo ed un poco di sabbia grossolana di fiume. Mescolare e shakerare il tutto e procedere come sopra alla semina.
    Se il terreno è asfittico e manca di drenaggio occorre prendere dei provvedimenti per far scolare via l'acqua ed evitare che poi si formino muschi e funghi a scapito dell'erba. [In altre parti di questo archivio ci sono suggerimenti in proposito]
    Se invece sei sotto un'aghifoglia, non sperare che ti cresca alcuna erba. L'unica è intervenire (più costoso, ma bello...) con piante che vivono bene solo se stanno all'ombra e che sopportano gli aghi delle conifere, tipo Ophiopogon japonicus (alias Convallaria japonica) nelle varietà di colore "Purpurascens" rossa, "Nigricans" nera (nera!), "Mondo" verde. Queste piante non formano un vero prato, ma si propagano strisciando e restano alte non più di 10/15 cm. fino a coprirti tutto il terreno. CARATTERISTICHE: Non devono essere falciate, sono poco calpestabili, producono fiorellini e belle bacche azzurre in inverno, ma soprattutto non si seminano. Se ne devono mettere a dimora da 2 a 5 pianticelle per mq. (dipende da quanto vuoi spendere e che fretta hai di vedere il prato completamente chiuso) e si irrigano come tutte le altre piante.

  4. Quanti minuti deve durare l'irrigazione
    Qui non posso darti una risposta precisa, per la ragione che non so se abiti a Enna, a Città di Castello, o a Vipiteno... Inoltre la durata e la frequenza dipendono essenzialmente dal tipo di terreno, dalla stagione e dal clima del momento.
    La maggior parte dei regolamenti comunali impongono annaffiature notturne, anche se il momento migliore per le piante sarebbe al mattino. Una regola che può considerarsi universale è di fare una sola irrigazione, notturna, e di dosarla in maniera che la superficie del terreno arrivi ad asciugarsi tra una somministrazione e l’altra. Insomma, bisogna fondamentalmente regolarsi col buon senso!
    Mai annaffiare sul bagnato, mai avere il prato troppo secco. Insomma, come si suol dire: vedi un po' tu... ;@)

Spero di esserti stato utile e di rileggerti presto.
Ciao!



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